L’Immacolata Concezione è un dogma cattolico, proclamato da papa Pio IX l’8 dicembre 1854 con l’enciclica Ineffabilis Deus. Il dogma di fede sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Tale dogma non va confuso con il concepimento verginale di Gesù da parte di Maria. Il dogma dell’Immacolata Concezione riguarda il peccato originale: per la chiesa Cattolica ogni essere umano nasce con il peccato originale, solo la Madre di Cristo ne fu esente.
- Tommaso d’Aquino, all’inizio del suo insegnamento a Parigi, con dedizione verso la Beata Vergine Maria, afferma esplicitamente il privilegio della santificazione o immacolata concezione di Maria: “La purezza di Maria fu talmente grande da essere immune dalla macchia del peccato originale e attuale” (In Ium Sent., dist. 44, q. 1, a. 3, ad 3). Sullo stesso concetto ritornerà alla fine della sua vita.
In seguito al fatto che alcuni teologi affermavano che la Beata Vergine Maria era Immacolata in sé e, indipendentemente dai meriti di Gesù, sottraendo così Maria alla Redenzione universale di Cristo, che è divinamente e formalmente rivelata (Rom., V, 18; 1 Tim., II, 5), l’Aquinate ha rivisto la sua posizione iniziale, insistendo soprattutto sulla Redenzione universale di Cristo (S. Th., III, q. 27, a. 2, ad 2). S. Tommaso afferma con chiarezza che anche Maria è stata riscattata dai meriti di Cristo: ella aveva bisogno di Redenzione preventiva o preservativa dal debitum culpae originalis e non per opera dello Spirito Santo come fu per il corpo in se stesso immacolato di Gesù. Maria non fu santificata prima dell’infusione dell’anima razionale nel suo corpo, proprio perché il corpo umano è la causa strumentale della trasmissione del peccato originale da Adamo a tutti i suoi figli. Inoltre, il corpo non è il soggetto in cui risiede la grazia, infatti essa si trova solo nell’anima razionale.
Ora, per s. Tommaso l’infusione dell’anima razionale nel corpo avviene, come insegnava Aristotele, dai 40 giorni agli 80 giorni dopo la concezione del corpo o la fecondazione del feto, e si è in presenza di una persona umana solo quando il corpo è animato da un’anima razionale (S. Th., III, q. 33, a. 2, ad 3). Ai tempi dell’Angelico la medicina non aveva ancora l’esatta nozione dei feti umani. Gli scolastici posteriori a s. Tommaso, valendosi delle scoperte mediche più recenti, hanno constatato che il feto è già una materia atta e proporzionata a ricevere un’anima razionale, avendo tutte le caratteristiche di un uomo in miniatura. Quindi hanno corretto, in base alle scoperte mediche che erano ignote nel XIII secolo, l’opinione “biologica” e non metafisica di s. Tommaso ed hanno sostenuto – a ragione – che il feto sin dal primo istante del suo concepimento è un essere umano vivente, e quindi riceve da Dio per infusione nel corpicino l’anima creata dal nulla.
Quando, perciò, si trova negli scritti di Tommaso che “Maria fu concepita nel peccato originale/Contraxit originale peccatum” (S. Th., III, q. 27, a. 2, ad 2) bisogna sempre ricordarsi che per l’Aquinate il concepimento del corpo ha una priorità cronologica e non ontologica di 40/80 giorni sull’animazione o infusione dell’anima razionale nel corpo umano. Perciò la frase potrebbe essere intesa nel senso che quando il corpo di Maria fu concepito era ancora strumento di trasmissione del peccato originale e che solo con l’infusione successiva dopo 40/80 giorni dell’anima nel corpo, essa fu preservata dal debito di colpa, che avrebbe dovuto contrarre in quanto figlia di Adamo. Ma l’Angelico non ha esplicitato questa distinzione nel periodo intermedio del suo pensiero teologico sulla immacolata concezione. Occorre prendere atto che egli abbia voluto evitare di pronunciarsi, in questo periodo intermedio. Prima di allora il Dottore Comune aveva soltanto affermato che la santificazione di Maria era seguita subito dopo l’animazione (Quodlib., VI, a. 7), ma aveva anche dichiarato di non sapere dire con certezza in quale istante esatto (S. Th., III, q. 27, a. 2, ad 3). Egli sino ad allora ha lasciato la questione aperta, non si è pronunziato a favore dell’immacolata concezione di Maria nel medesimo istante dell’animazione, né l’ha negata esplicitamente, dato l’atteggiamento non ancora espresso della Chiesa universale, che si pronunziò solo nel 1483.
Nella terza parte della Somma Teologica (q. 27, aa. 1-2), nell’ultimo periodo della sua vita, l’Angelico scrive nuovamente che “Maria ha contratto il peccato originale, ma è stata mondata da esso prima di nascere” (S. Th., III, q. 27, a. 2, ad 2). L’Angelico scrisse, senza fare alcuna distinzione: “Subito dopo la concezione e l’infusione dell’anima, la Beata Vergine Maria fu santificata” (Quodl., VI, q. 5, a. 1).
Alla fine della sua vita, ritorna sulla questione riprendendo il suo primo insegnamento tenuto a Parigi e si può notare una certa evoluzione nel suo pensiero riguardo al secondo periodo, per esempio nel Compendio di Teologia (c. 224), scrive: “La Beata Vergine Maria fu immune non solo dal peccato attuale, ma per un privilegio speciale fu mondata anche da quello originale”. Certo non dice quando fu mondata, se nel medesimo istante dell’animazione o dopo, ma parlando di “privilegio speciale” si può arguire che quello di Maria fu diverso da quelli comuni. Tuttavia non specifica esplicitamente neppure che sia stata mondata nell’istante stesso dell’infusione dell’anima.
Nel Commento sull’Ave Maria (Expositio super salutationem angelicam) l’Angelico scrive: “Maria è stata concepita nel peccato originale, ma non è nata in esso. […]. Maria non è incorsa né nel peccato originale, né mortale e neppure veniale”. Perciò quando s. Tommaso ha scritto che Maria “ha contratto il peccato originale” voleva intendere che in potenza Maria avrebbe contratto il peccato originale, distinguendo il debito della colpa – avrebbe dovuto contrarre il peccato originale in sé o in atto -, ma non lo ha contratto in atto perché ne è stata preservata. Maria nello stesso istante cronologico fu formata quanto al corpo, fu informata dall’infusione dell’anima razionale e fu santificata; tuttavia si può fare la distinzione tra ordine cronologico o di tempo e ordine ontologico o di natura e valore. Allora si può dire che Maria prima – cronologicamente – fu concepita e animata e poi – ontologicamente – fu santificata.
Un tema, certo, assai complesso che Tommaso d’Aquino aiuta a comprendere, a partire dall’entrare, con umiltà, nella profondità del possibile scibile umano.
Maria Francesca Carnea, Filosofa, Consulente Strategie di Comunicazione. Autrice di pubblicazioni a carattere storico, filosofico, socio-politico.
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