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Meloni chiude la festa di Atreju. Attacchi a Schlein, Landini e Prodi

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Roma, 15 dic. (askanews) – Elly Schlein, Maurizio Landini, Romano Prodi, Roberto Saviano: sono i bersagli degli attacchi e delle critiche della presidente del Consiglio Giorgia Meloni dal palco della festa di Atreju al Circo Massimo, che si è chiusa oggi dopo una settimana.

Nel suo intervento durato 65 minuti ha preso di mira prima i sindacati: “Capiamo le difficoltà di Landini, costretto ad alzare i toni perché i suoi argomenti sono deboli e cerca di coprirlo alzando i toni. Non può dire la verità: cioè che fa sciopero non per aiutare i lavoratori ma per aiutare la sinistra. Da parecchio tempo però chi aiuta la sinistra non aiuta i lavoratori. È la destra che aiuta i lavoratori. Per giustificare l’incitamento alla rivolta sociale con toni che non hanno precedenti nella storia del sindacato italiano che se li avessimo utilizzati noi sarebbero arrivati i caschi blu dell’Onu, Landini ci dice che in Italia aumenta il precariato, che l’occupazione diminuisce e il potere d’acquisto diminuisce ma i numeri dicono esattamente il contrario. Ho motivo di credere che gli italiani non hanno buone ragioni per la rivolta sociale e si vede dai risultati della partecipazione allo sciopero generale”. Alla segretaria del Pd Schlein invece, secondo Meloni, “si inceppa la lingua quando deve dire la parola Stellantis: o forse è solo presa da altre priorità tipo la battaglia contro il pericolo incombente del fascismo condotta a colpi di duetti rap con gli articolo 31 e i balli sui carri allegorici del gay pride. Una battaglia partigiana di tale levatura non ammette distrazioni…”. E sulla sanità “numeri alla mano il nostro è lo stanziamento più alto di sempre”, dieci miliardi in due anni, “il calcolo non è difficile anche senza calcolatrice che l’ultima volta non andava bene”, “prima dell’arrivo di questo governo il fondo è cresciuto di 8 miliardi in quattro anni”, quindi “con quale faccia e quale dignità dite che non ha fatto bene chi ne ha messi 10 in due anni. Mi pare che la calcolatrice serva a voi”.

Tra i destinatari delle critiche della premier anche Romano Prodi, secondo il quale Meloni piace all’estabilishment perché obbedisce. “Quando ho letto i suoi improperi isterici – osserva sarcastica – ho aperto la bottiglia del mio vino migliore e brindato alla mia salute. Ogni patriota dovrebbe essere fiero di avere gli improperi di Prodi, siamo ancora dalla parte giusta della storia. Dalla svendita dell’Iri fino al modo in cui l’Italia è entrata nell’euro al suo ruolo determinante nell’ingresso della Cina nella Wto, tutto questo dimostra che Prodi di obbedienza se ne intende parecchio. Abbiamo imparato da persone come lui che obbedire non porta bene né alla nazione né all’Europa e abbiamo fatto le cose diametralmente opposte”.

Infine lo scrittore Roberto Saviano, autore del best seller Gomorra da cui è stata tratto prima il film e poi la fortunata serie tv. A lui Meloni ricorda che “abbiamo buttato fuori la camorra dalla gestione delle domande per i nulla osta dei migranti regolari così come abbiamo buttato fuori i camorristi che occupavano le case popolari a Caivano e anche qui i complimenti dei guru dell’antimafia alla Roberto Saviano li aspettiamo domani, fosse mai che non ci sia più nulla su cui fare una serie televisiva milionaria”.



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