Questo 2024 in cui si è celebrato il 75° della Nato, si sta chiudendo nell’incertezza riguardo alla pace. Proprio per questo risulta ancora più importante riflettere sul ruolo dell’Alleanza atlantica alla luce dell’urgenza di un impegno per invertire la piega che rischiano di prendere gli eventi, per gettare invece le basi per la ridefinizione di una architettura di sicurezza e di cooperazione globale, adeguata al multilateralismo che si sta affermando.
Uno strumento assai utile a questo tipo di riflessione è costituito dal libro “Nato, ieri, oggi e domani” a cura di Riccardo Sessa per la collana Sioi di Armando editore.
Il volume, suddiviso in tre parti, riunisce interventi e documenti sul tema. Nella prima parte sono presentati i lavori della Conferenza internazionale organizzata dalla S.I.O.I. (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale) ad aprile del 2024, in collaborazione con la Divisione di Diplomazia Pubblica del Segretariato della Nato, diretta da Nicola de Santis, per celebrare il 75° anniversario della costituzione della Nato. La seconda parte fornisce contributi di esperti, con esperienze personali nella vita dell’Alleanza. Infine, nella terza parte si trovano alcuni fra i principali documenti dell’Organizzazione.
Anche alla luce del repentino cambio di regime appena avvenuto in un paese-chiave del Mediterraneo, la Siria, risulta quanto mai opportuno l’invito formulato alla suddetta conferenza dal capo dello stato a rivolgere maggiore attenzione all’area mediterranea e medio-orientale, perché, ha affermato Sergio Mattarella, “Non ci può essere separazione tra sicurezza del fianco nord e sicurezza del fianco sud dell’Alleanza”.
Per la Nato significa continuare il dialogo già intrapreso con i Paesi delle suddette aree. Quest’anno, infatti, ricorrono anche gli anniversari di due partenariati della Nato con Paesi dell’area MENA (Middle East and North Africa). Il Dialogo Mediterraneo, creato nel 1994, con sette Paesi della regione del Mediterraneo meridionale (Egitto, Giordania, Israele, Marocco, Mauritania, Tunisia e Algeria). E l’Iniziativa di Cooperazione di Istanbul avviata nel 2004, rivolta a quattro Paesi della regione del Golfo Persico (Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Qatar).
Uno fra gli aspetti che rendono la Nato di attualità in un mondo molto diverso da quello in cui è stata costituita, consiste nel fatto che il Patto atlantico è un’alleanza politica, dotata di un’organizzazione militare per scopi difensivi, nella quale il ruolo centrale è svolto dal Consiglio Atlantico, composto dai governi dei Paesi membri, con pari dignità e con il metodo del consenso per decisioni sempre all’unanimità. Un meccanismo di governance che non potrebbe che venire rafforzato dalla costituzione di una autentica difesa europea.
Per l’Italia, come ricorda nell’introduzione l’ambasciatore Riccardo Sessa, presidente della Sioi, l’adesione alla Nato da Paese fondatore nel 1949 «fornì anche l’occasione a De Gasperi e a Sforza di adoperarsi, come rileva Giulio Andreotti nel suo “De Gasperi visto da vicino”, “per entrare nel grande giuoco internazionale”».
Nel nostro tempo la dimensione della sicurezza è diventata globale, e questo ha indotto la Nato ad allargare la sua area di interesse sempre con l’obiettivo di costituire un ombrello protettivo per la democrazia, la libertà e la pace.