martedì, 14 Gennaio, 2025
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Contro il populismo, Bayrou auspica il ritorno al sistema proporzionale.

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L’insistenza di François Bayrou per cambiare il sistema elettorale, introducendo un ritorno al proporzionale, scuote da tempo il dibattito politico francese. La riforma, secondo il sen. Enrico Borghi (IV), potrebbe costituire una delle prime iniziative del nuovo governo. Ma cosa significa realmente questa proposta e quali reazioni incontra?

Bayrou, leader del partito centrista MoDem e figura di lungo corso della politica francese, ancora questa estate motivava la scelta come una risposta alla crescente polarizzazione della vita democratica. Negli ultimi anni, la Francia si è trovata intrappolata in una dinamica che oppone il populismo di destra, incarnato dal Rassemblement National di Marine Le Pen, e quello di sinistra, rappresentato dalla France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. Secondo Bayrou, il sistema maggioritario amplifica queste divisioni, premiando le forze politiche estreme e penalizzando le voci moderate e riformiste.

I critici non mancano. Da un lato, i partiti di centro e centro-sinistra, come il Partito Socialista e gli stessi alleati di Bayrou, vedono con favore l’iniziativa, considerandola un’opportunità per rispettare maggiormente il pluralismo e garantire una rappresentanza parlamentare più fedele alle volontà degli elettori. Dall’altro, le forze radicali di destra e di sinistra l’avversano apertamente perché, a loro giudizio, potrebbe rendere più difficile la formazione di governi stabili. Anche il partito di Macron, Renaissance, appare cauto: il proporzionale potrebbe erodere la sua attuale consistenza parlamentare.

La reazione dell’opinione pubblica è altrettanto variegata. Un sondaggio recente mostra come i francesi siano divisi sulla questione: mentre una parte significativa appoggia l’idea di una corretta rappresentanza delle minoranze, altri temono che il proporzionale possa portare a una politica frammentata e inefficiente..

In ogni caso, la sfida di Bayrou non resta circoscritta al sistema elettorale. In realtà mira a ripensare la democrazia in un momento storico in cui le istituzioni tradizionali francesi sono messe alla prova dalla sfiducia crescente dei cittadini. Ora, guardare agli sviluppi di questo percorso riformatore non potrebbe essere utile anche dall’altra parte delle Alpi, in Italia, dove il dibattito sul sistema elettorale resta ancora un tabù?

Se la Francia riuscirà a compiere questo passo, la riforma di Bayrou potrebbe rappresentare un modello per altre democrazie europee, offrendo una via d’uscita alla morsa del populismo e aprendo le porte a una politica più  inclusiva.



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